sabato 4 gennaio 2014

IL DOCUMENTO DEGLI UNDICI (Glienickergruppe) AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION


IL DOCUMENTO DEGLI UNDICI (Glienickergruppe)
AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION
(METTERSI IN CAMMINO VERSO L’ UNIONE DELLA ZONA EURO) –– del 17 / 10 / 2013 ––
IN UNO SCHEMA DI POCHE PAROLE

a cura di Volta La Carta!! e. V. 
testo completo

PARTE ANALITICA e DI PRINCIPIO

La crisi economica dell`area-euro non è finita. Non essendo finora stata affrontata con misure strutturali e durevoli, ci dobbiamo aspettare ritorni di fiamma su tutt’ e tre i fronti :
a ) crisi bancaria,
b ) crisi dei debiti pubblici,
c ) crisi della competitività.


Urge da tempo mettere mano a riforme sistemiche. Guai ad aspettare ancora.
Il principio dell’ auto-responsabilizzazione dei paesi in crisi è giusto. Quello di non garantire loro un salvataggio automatico pure (no bail-out). Ci sono però stati in certi casi danni collaterali troppo alti. Non possiamo permettercene altri. La zona euro può stabilizzarsi solo se si impedisce l’ insorgere di tali danni collaterali, con una maggiore integrazione e meccanismi di difesa da choc congiunturali e crisi di liquidità di singoli stati membri.
Vanno salvaguardati i FONDAMENTALI BENI COMUNI su cui si è costruita l’ UE, beni che i singoli stati, separatamente, non possono fornire. Anzi, ne vanno costruiti degli altri. Per l’ UE, storicamente quei beni fondamentali sono stati nell’ ordine: la pace, la difesa dei confini esterni, l’ accoglienza umanitaria di chi chiede asilo, il mercato interno, la difesa dell’ ambiente. L’ ultimo bene che si è aggiunto è una moneta unica stabile.
Ma la linea di auto-responsabilizzazione degli stati della zona euro è però raggiunta e superata laddove questi beni comuni sono messi in pericolo. È raggiunta e superata anche dove le elementari chances di vita di un’ intera generazione sono minacciate. Allora deve scattare la solidarietà dei cittadini dell’ intera zona.


PARTE PROPOSITIVA

1 ) UNIONE BANCARIA, MECCANISMO DI CONTROLLO UNICO e FONDO COMUNE BANCARIO
L’ istanza di controllo bancaria deve assicurare che il settore bancario sia sufficientemente capitalizzato. Vanno messi a punto criteri e regole di ristrutturazione e di liquidazione bancaria.
La gerarchia delle responsabilità non può che essere questa: azionisti, obbligazionisti non privilegiati, obbligazionisti privilegiati, fondo bancario europeo, finanziato dalle banche stesse, solo per ultimo i contribuenti nazionali.

2 ) FONDO MONETARIO EUROPEO ( per una politica di trasferimenti di risorse tra i paesi membri )
L´attuale fondo ESM è inadeguato. Va trasformato in un vero e stabile FONDO MONETARIO EUROPEO,
a ) con la funzione di impedire che uno stato perda l’ accesso al credito internazionale,
b ) quale meccanismo di assicurazione, fondato su accordi europei, per evitare pericolose, lunghe e gravi recessioni (ovvero depressioni) in paesi membri.
Non è realistico pensare che l’ area euro, e la stessa moneta, possano sopravvivere senza che avvengano TRANFERIMENTI CONTROLLATI DI RISORSE da paesi e zone più forti economicamente a zone più deboli. In certi casi va lasciato più tempo a certi stati per la riduzione del debito pubblico.

3 ) ASSICURAZIONE COMUNE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE ( che integri i sistemi nazionali ) per
a ) impedire che la disoccupazione si cronicizzi,
b ) combattere pericolosi trend recessivi,
c ) dare un volto concreto all’ Europa dei cittadini.
Ovviamente vanno creati standard europei per il mercato del lavoro che tutti i contraenti si impegnano a rispettare: uno stimolo a varare riforme finora mandate alle calende greche. Con ciò verrebbe promossa l’ integrazione del mercato europeo del lavoro. In più, anche se una zona è in crisi di consolidamento, i lavoratori sarebbero protetti secondo standard comunitari.

4 ) MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI CREDITO, anche per investimenti pubblici e MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI MOBILITÀ SUL MERCATO EUROPEO DEL LAVORO.
Nota per la Germania:
Anche la Germania dovrebbe usare la fase di interessi bassi per promuovere opere pubbliche. Ciò darebbe impulso alla crescita nel paese e nel resto d’ Europa.

5 ) MECCANISMI DI CONTROLLO, DI INCENTIVAZIONE E SANZIONE SUGLI STANDARD DELLO STATO DI DIRITTO.
È strano e contraddittorio che, per l’ ammissione nell’ UE, si sottopongano i paesi candidati a severi ‘esami di maturità’ in materia di diritti civili e di stato di diritto, ma poi, una volta ammessi, non siano più previste misure che ne garantiscano l´applicazione. Affinché tutti i cittadini si sentano parte di un progetto comune, basato su precisi valori etici e civili, occorre anche mostrarne i successi, la forza, l’ omogeneità di applicazione.


6 ) CONTRATTO EUROPEO (Necessario per far tesoro dell’ esperienza fatta nella crisi dell’ Euro).
È tempo di riflettere su un nuovo contratto europeo. Con ciò ci lasceremmo alle spalle la situazione quasi paradossale, che abbiamo conosciuto e conosciamo, in cui ci si chiede continuamente se le nuove misure o i nuovi istituti europei siano conformi alle costituzioni nazionali.
Va rovesciato il procedimento. In un contratto andrebbero fissati i nuovi patti europei, andrebbe deciso consensualmente di che mezzi dotarsi, quale regole darsi. In seconda istanza andranno uniformate le costituzioni nazionali al dettato europeo.

7 ) GOVERNO ECONOMICO EUROPEO
È chiaro il fallimento della pratica intergovernativa, usuale per decenni. La sua inadeguatezza è diventata palese con la crisi attuale.
È perciò urgente un ESECUTIVO ECONOMICO EUROPEO, agile e capace di agire su più fronti: pacchetti di riforme per paesi in crisi, chiusura di banche, messa a disposizione di nuovi beni comuni. Anche un certo, parziale diritto di ingerenza nei bilanci dei singoli stati dovrebbe competergli.
Per poter agire, il governo economico europeo dovrà poter disporre di un budget con cui finanziare, ad esempio, un fondo per la crescita economica. Proposta: ogni stato membro metterebbe a disposizione lo 0,5% del proprio PIL.
L’ esecutivo economico europeo dovrebbe essere eletto e controllato dal Parlamento Europeo (un altro modello potrebbe essere questo: i membri del governo proverrebbero dai parlamenti nazionali).

8 ) POLITICA ESTERA E DI DIFESA COMUNE
Non si può più attendere oltre a fare passi avanti anche su questa strada. L’ Europa non può stare a guardare con le mani in mano la ridefinizione dei rapporti di forza tra le grandi potenze che vede l’ ascesa dell’ influenza cinese e russa ed un declino di quella statunitense.
L’ UE dovrebbe avere un proprio rappresentante al Fondo Monetario Internazionale e presso la Banca Mondiale. In prospettiva anche all’ ONU.
La politica di difesa dovrebbe prevedere un’ integrazione tra le forze armate per renderle più efficienti e per avere forti risparmi, liberando risorse per altro.
Il progetto europeo deve diventare nell’ insieme più attraente, cosicché anche la Gran Bretagna torni a mettersi in gioco e a impegnarsi in progetti comuni.


a cura di Volta La Carta!! e. V.

http://voltalacartaheidelberg.blogspot.de/

Heidelberg, 19. 12. 2013

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